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Il

silenzio dei saggi. Pescarzo di Capo di Ponte

2000
Studo Swe, Milano
Italia
19 min.
Italiano
MISC.030
In Valle Camonica, la principale presenza delle antiche “incisioni rupestri” si trova nel paese di Capo di Ponte, di cui fanno parte, più a monte, le due frazioni di Cemmo e Pescarzo. Questo documentario, realizzato per la “scuola bottega di Bienno”, parla di Pescarzo, un piccolo borgo di 350 abitanti, posto a 630 metri s.l.m. e protetto dalle pareti rocciose della Concarena, mentre dall’altro lato si staglia la vetta del Pizzo Badile. Più sotto scorre il fiume Oglio. L’origine del paese è senz’altro medievale, anche se si trovano tracce di vita risalenti oltre il 3° millennio a.C. L’architettura rurale del borgo è integra e molto gradevole: un labirinto di vicoli stretti, porticati, cunicoli ed androni che danno sulle stalle e sui cortili interni, dove un tempo venivano svolte, al coperto, le più disparate attività contadine. La Parrocchiale e la chiesetta di San Rocco sono del XVIII° secolo. Nella piazzetta c’è l’immancabile fontana, con il suo getto di acqua gustosa e fresca. Con l’invasione celtica della pianura, il paese rimane isolato, finchè nel 16 a.C. le Legioni Romane occupano tutta la Valle Camonica e i colli circostanti. Nelle incisioni rupestri della zona , si può ricostruire l’antica civiltà locale, essendo illustrati sagome di uomini armati e di animali, attrezzi di battaglia e di lavoro. Accanto all’attività agricola, si è sviluppata la lavorazione del ferro e l’estrazione dalle cave della zona di lastre di ardesia (in dialetto locale “piode”), con le quali venivano coperti tutti i tetti della zona. Nelle vicinanze di Pescarzo, è pregevole la romanica Pieve di San Siro a Cemmo, che risale al secolo XI° ed è composta da tre navate, chiuse da altrettante absidi a strapiombo sul fiume. Anche la Chiesa di San Salvatore è un gioiello romanico borgognone (francese) e faceva parte di un monastero cluniacense andato distrutto. A Cermeno c’è il Santuario della Via Crucis, con 14 piccole cappelle (o santelle) che racchiudono 198 statue in legno e gesso. Il titolo di questo documentario deriva dal fatto che parla di un territorio che favorisce davvero il silenzio e l’operosità dei saggi.

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2000
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In Valle Camonica, la principale presenza delle antiche “incisioni rupestri” si trova nel paese di Capo di Ponte, di cui fanno parte, più a monte, le due frazioni di Cemmo e Pescarzo. Questo documentario, realizzato per la “scuola bottega di Bienno”, parla di Pescarzo, un piccolo borgo di 350 abitanti, posto a 630 metri s.l.m. e protetto dalle pareti rocciose della Concarena, mentre dall’altro lato si staglia la vetta del Pizzo Badile. Più sotto scorre il fiume Oglio. L’origine del paese è senz’altro medievale, anche se si trovano tracce di vita risalenti oltre il 3° millennio a.C. L’architettura rurale del borgo è integra e molto gradevole: un labirinto di vicoli stretti, porticati, cunicoli ed androni che danno sulle stalle e sui cortili interni, dove un tempo venivano svolte, al coperto, le più disparate attività contadine. La Parrocchiale e la chiesetta di San Rocco sono del XVIII° secolo. Nella piazzetta c’è l’immancabile fontana, con il suo getto di acqua gustosa e fresca. Con l’invasione celtica della pianura, il paese rimane isolato, finchè nel 16 a.C. le Legioni Romane occupano tutta la Valle Camonica e i colli circostanti. Nelle incisioni rupestri della zona , si può ricostruire l’antica civiltà locale, essendo illustrati sagome di uomini armati e di animali, attrezzi di battaglia e di lavoro. Accanto all’attività agricola, si è sviluppata la lavorazione del ferro e l’estrazione dalle cave della zona di lastre di ardesia (in dialetto locale “piode”), con le quali venivano coperti tutti i tetti della zona. Nelle vicinanze di Pescarzo, è pregevole la romanica Pieve di San Siro a Cemmo, che risale al secolo XI° ed è composta da tre navate, chiuse da altrettante absidi a strapiombo sul fiume. Anche la Chiesa di San Salvatore è un gioiello romanico borgognone (francese) e faceva parte di un monastero cluniacense andato distrutto. A Cermeno c’è il Santuario della Via Crucis, con 14 piccole cappelle (o santelle) che racchiudono 198 statue in legno e gesso. Il titolo di questo documentario deriva dal fatto che parla di un territorio che favorisce davvero il silenzio e l’operosità dei saggi.

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In Valle Camonica, la principale presenza delle antiche “incisioni rupestri” si trova nel paese di Capo di Ponte, di cui fanno parte, più a monte, le due frazioni di Cemmo e Pescarzo. Questo documentario, realizzato per la “scuola bottega di Bienno”, parla di Pescarzo, un piccolo borgo di 350 abitanti, posto a 630 metri s.l.m. e protetto dalle pareti rocciose della Concarena, mentre dall’altro lato si staglia la vetta del Pizzo Badile. Più sotto scorre il fiume Oglio. L’origine del paese è senz’altro medievale, anche se si trovano tracce di vita risalenti oltre il 3° millennio a.C. L’architettura rurale del borgo è integra e molto gradevole: un labirinto di vicoli stretti, porticati, cunicoli ed androni che danno sulle stalle e sui cortili interni, dove un tempo venivano svolte, al coperto, le più disparate attività contadine. La Parrocchiale e la chiesetta di San Rocco sono del XVIII° secolo. Nella piazzetta c’è l’immancabile fontana, con il suo getto di acqua gustosa e fresca. Con l’invasione celtica della pianura, il paese rimane isolato, finchè nel 16 a.C. le Legioni Romane occupano tutta la Valle Camonica e i colli circostanti. Nelle incisioni rupestri della zona , si può ricostruire l’antica civiltà locale, essendo illustrati sagome di uomini armati e di animali, attrezzi di battaglia e di lavoro. Accanto all’attività agricola, si è sviluppata la lavorazione del ferro e l’estrazione dalle cave della zona di lastre di ardesia (in dialetto locale “piode”), con le quali venivano coperti tutti i tetti della zona. Nelle vicinanze di Pescarzo, è pregevole la romanica Pieve di San Siro a Cemmo, che risale al secolo XI° ed è composta da tre navate, chiuse da altrettante absidi a strapiombo sul fiume. Anche la Chiesa di San Salvatore è un gioiello romanico borgognone (francese) e faceva parte di un monastero cluniacense andato distrutto. A Cermeno c’è il Santuario della Via Crucis, con 14 piccole cappelle (o santelle) che racchiudono 198 statue in legno e gesso. Il titolo di questo documentario deriva dal fatto che parla di un territorio che favorisce davvero il silenzio e l’operosità dei saggi.

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