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CISL lombardia 30/05/2023

Ambiente aziendale positivo, conciliazione vita-lavoro, settimana corta, smart working, formazione e welfare integrativo: “il lavoro che vorrei” dei metalmeccanici

Generalesvg4 min read
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Nella mattinata di martedì 23 maggio 2023, si è svolto il webinar di confronto e presentazione dei dati della ricerca “White&Blue Collars“, dedicata agli impiegati, impiegate, quadri e nuove e alte professionalità del settore metalmeccanico in Lombardia, condotta da BiblioLavoro e FIM Lombardia

Francesco Girolimetto, direttore di BiblioLavoro, ha presentato i risultati del questionario, che ha raccolto più di 1.600 risposte complete su un campione di 2.057 persone (il tasso di risposte complete è stato del 77,9%).

Vediamo cos’è emerso:

  • Soddisfazione del lavoro: interrogati sui 3 principali fattori che rendono un lavoro soddisfacente, gli intervistati hanno dato grande rilevanza non solo al tema della retribuzione (indicato dal 60% dei rispondenti), ma anche alla centralità di un ambiente aziendale positivo (58,9%) e alla possibilità di conciliare il lavoro con il tempo libero (52,5%). Le donne risultano meno soddisfatte della conciliazione lavoro/famiglia (-10%) e agli orari (-8%) rispetto agli uomini
  • Great resignation” (le grandi dimissioni): solamente il 20,1% degli intervistati dichiara di non avere motivazioni per pensare ad ipotetiche dimissioni. Tra le principali cause di possibile dimissione troviamo al primo posto la mancata valorizzazione (37,2%), l’inadeguatezza della retribuzione (35,9%) e l’assenza di possibilità di crescita (34,8%)
  • Settimana corta: la settimana lavorativa di 4 giorni anziché 5 è un’opportunità interessante per oltre il 78% del campione e la percentuale si alza addirittura all’86% se consideriamo i giovani. Cosa sarebbero disposti a fare gli intervistati per ottenerla? Il 69,9% lavorare un po’ di più negli altri giorni, il 18,5% ad investire una parte dei permessi e l’11,6% a rinunciare ad una parte di salario
  • Smart working: veniamo al tema del “lavoro agile”. Tra il campione considerato esiste una grande platea di potenziali smart workers: l’88,7% degli intervistati, infatti, giudica il proprio lavoro compatibile con lo smart working almeno 1 volta a settimana, tuttavia, solo il 58,6% di loro sperimenta effettivamente il lavoro agile. Tra le principali motivazioni al mancato smart working troviamo la carenza di visione culturale dell’azienda o del superiore diretto (38,6%), una scelta personale (23,5%) e l’incapacità organizzativa dell’azienda (13,1%)
  • Le discriminazioni di genere: i dati mostrano come tra gli intervistati vi sia una percezione abbastanza diffusa di discriminazioni nei confronti delle lavoratrici donne, soprattutto tra le stesse lavoratrici donne, che rilevano molto più frequentemente episodi di discriminazione legata al genere, in particolare sulla meritocrazia (32,0%), sul gender pay gap (31,1%), sulla segregazione mansionale (34,9%) e sulle difficoltà della maternità (24,8%)
  • Formazione: il giudizio dato sui vari aspetti della formazione ricevuta in azienda è moderatamente positivo. Il 63,2% del campione ha valutato efficace la formazione ricevuta per quanto riguarda l’apprendimento di nuove conoscenze e il 57,6% per quanto riguarda l’apprendimento di nuove competenze. Gli intervistati vorrebbero ricevere una maggior formazione negli ambiti delle lingue straniere (60,2%), soft skills (42,3%) e competenze informatiche (42,2%)
  • Welfare integrativo: interrogati su diverse possibilità di welfare integrativo, i rispondenti hanno mostrato uno spiccato interesse per forme di welfare che favoriscano la conciliazione fra vita personale e lavoro (91,3%), che integrino misure di previdenza e di assistenza sanitaria aggiuntiva (88,5% e 82,7%), che supportino la gestione del proprio nucleo familiare (sostegno allo studio – 81,2%, servizi per la genitorialità – 79,4% e tutela della non autosufficienza – 79,0%) e che permettano momenti di formazione e aggiornamento lavorativo (78,1%)
  • Infine, c’è il tema della contrattazione aziendale: solamente il 5% degli intervistati ha dichiarato che nella propria azienda non esiste contrattazione di II livello. Fra coloro che sono impiegati presso una realtà in cui è presente la contrattazione di II livello, il 67% la ritiene solo in parte coerente con le proprie necessità specifiche, mentre il 15,7% la ritiene del tutto non in linea con i propri bisogni

Per saperne di più sulla ricerca:

CISL Lombardia

BIBLIOLAVORO si occupa di conservare e valorizzare la memoria storica del lavoro e del sindacato, patrimonio librario ed archivistico. Inoltre si muove attivamente con proposte di promozione e di approfondimento culturale con tutta la comunità cittadina.

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