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CISL lombardia 10/04/2024

Osservatorio su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro del territorio bresciano

Generalesvg8 min read
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Ritmi di lavoro eccessivi, poca formazione e prevenzione: Le condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro preoccupano

 

 

 

Cari lettori,

 

Ieri  9 aprile 2024 sono stati presentati in una conferenza stampa presso la sede Cisl Brescia i principali esiti dell’Osservatorio conoscitivo su salute e sicurezza, una iniziativa promossa dalla Cisl bresciana, in collaborazione con le Federazioni territoriali e BiblioLavoro.

 

I dati presentati si riferiscono ai risultati di una survey che ha coinvolto 1.045 iscritti sul territorio bresciano e che ha ascoltato la voce dei lavoratori sul tema salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La condizione in materia di salute e sicurezza preoccupa i lavoratori di Brescia, provincia lombarda con il triste primato del maggior numero di decessi sul lavoro nei primi mesi del 2024.

 

L’anno scorso infatti, Brescia ha registrato 38 lutti sui posti di lavoro, maglia nera in Lombardia e 25esima provincia in Italia. Sono inoltre in ripresa nel bresciano il numero complessivo degli infortuni sul lavoro (+16,7%) e delle malattie professionali (+10,6%), dopo il costante calo registrato nel 2023. Brescia raggiunge poi un altro primato, quello di provincia della Lombardia con il maggior numero di denunce di infortunio mortali (6, nei mesi di gennaio e febbraio 2024, il doppio rispetto allo stesso periodo nel 2023), davanti a Milano (5) e Monza (4).

 

I principali dati:

Il campione preso in considerazione è eterogeneamente composto per genere, età, settore lavorativo e dimensioni d’impresa, con lavoratori sia del comparto pubblico sia di quello privato.


Dai dati elaborati, emerge una situazione allarmante: i lavoratori denunciano come gli eccessivi ritmi lavorativi e le distrazioni dovute alla molteplicità di mansioni richieste siano i principali fattori che potrebbero incidere sulla probabilità di infortunarsi sul proprio posto di lavoro (rispettivamente per il 38,1% e il 33,3% dei lavoratori).

 

Allarmante è anche la situazione che riguarda la manutenzione delle attrezzature, la salubrità degli ambienti e gli strumenti di lavoro. Per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale (DPI), le negligenze si fanno particolarmente significative, con oltre un lavoratore su 4 (26,1%) che afferma di aver dovuto acquistare in maniera autonoma i DPI (35,6% tra i lavoratori dei cantieri), mentre il 17,1% denuncia che questi non vengono cambiati dopo scadenza o usura (37,8% nei cantieri) e ad oltre l’8% dei lavoratori non vengono neanche forniti dall’azienda (20% nei cantieri).

 

Sono in particolare i cantieri, infatti, i luoghi di lavoro che allarmano maggiormente, con tassi di carenze e mancanze superiori rispetto agli altri posti di lavoro, non solo in tema di DPI, come detto precedentemente. In questo contesto, i corsi di formazioni non vengono frequentati dal 25% dei lavoratori, i quali affermano anche di sentirsi “spesso” in pericolo nel 57,7% dei casi e hanno subito o assistito ad infortuni negli ultimi 3 mesi nel 21,2% dei casi (21,8% tra i lavoratori delle fabbriche).


Un aspetto critico sia per i lavoratori dei cantieri, che per gli altri, riguarda la mancata formazione: in generale, oltre 4 lavoratori su 10 non hanno eseguito i programmi di addestramento, mentre circa il 14% non ha frequentato corsi di formazione e aggiornamento, e non ha ricevuto informazioni scritto o orali sul tema della salute e sicurezza.


Un altro fattore determinante è la dimensione delle imprese, con quelle micro e piccole che performano in maniera nettamente peggiore rispetto alle medie e grandi imprese. In particolare, il 30,8% dei lavoratori delle micro imprese lamenta di lavorare con strumentazione non adeguata, il 61,5% afferma che non c’è regolare manutenzione degli ambienti e delle attrezzature, mentre il 71,3% dei lavoratori delle piccole imprese denuncia come negli ultimi 5 anni non siano migliorate le condizioni di salute e sicurezza.

 

A testimonianza di ciò, le micro e piccole imprese emergono negativamente anche per quanto riguarda l’utilizzo, ricambio e distribuzione di DPI. Inoltre, quasi 1 impresa su 5 di micro e piccole dimensioni non ha intrapreso nessuna azione per migliorare le condizioni di salute e sicurezza.

 

 

Ma quali sono le proposte dei lavoratori per migliorare le condizioni di salute e sicurezza?

Questi hanno le idee chiare su come migliorare il contesto lavorativo: come primo elemento, propongono di iniziare ad insegnare il tema della sicurezza a partire dalla scuola (65,3%), seguito dall’assunzione di maggiore responsabilità e investimenti da parte delle aziende (62,8%) e dal garantire pene più severe per chi trasgredisce gli obblighi di legge (54,1%).

Di cruciale importanza risulta anche il tema della partecipazione declinato nei suoi aspetti gestionale, organizzativa (entrambi importanti per il 68% dei lavoratori) e consultiva (57,2%).

 


Chiare le indicazioni di Alberto Pluda, segretario generale CISL Brescia, e di Paolo Reboni, segretario generale aggiunto con delega sulla salute e sicurezza:

“La ricerca – ha commentato Paolo Reboni – offre molti spunti di riflessione e stimoli per generare percorsi di collaborazione più stretti e vincolanti con le aziende sugli obiettivi da raggiungere. La nostra provincia conta 65mila imprese con meno di 9 dipendenti nelle quali per il sindacato è faticosissimo entrare e proporre una formazione di qualità sulla sicurezza. Purtroppo, ci sono troppi enti formativi improvvisati e certificazioni che prendono atto di quel che si è fatto e non di come lo si è fatto”. “Non ci si può più accontentare di slogan e proclami. Per questo abbiamo voluto interpellare direttamente i lavoratori e dalle loro risposte emergono spunti per mettere precisamente a fuoco le cose da fare e le modalità con cui farle. Torniamo con forza a chiedere che il Patto provinciale sulla sicurezza firmato tra Cgil, Cisl e Uil e le 13 associazioni dei datori di lavoro il 30 gennaio del 2023 diventi operativo.

 

Ad oggi solo cinque delle realtà che hanno sottoscritto l’accordo hanno risposto positivamente alla sollecitazione della Cisl per riprendere le fila di quella intesa, e tra queste, purtroppo, non ci sono le altre due sigle sindacali” conclude invece Alberto Pluda.

 

 

 

 

 

 

 

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CISL Lombardia

BIBLIOLAVORO si occupa di conservare e valorizzare la memoria storica del lavoro e del sindacato, patrimonio librario ed archivistico. Inoltre si muove attivamente con proposte di promozione e di approfondimento culturale con tutta la comunità cittadina.

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